“incontri antispecisti 4 – relazioni″ : incontro col canile A.p.a.r.

attila

27 gennaio 2015 incontro col canile A.p.a.r.

ore 19.30 cena (è necessario prenotare)

ore 21.00 inizio incontro

Gusto Arsizio via Palestro 1 Busto Arsizio

L’Associazione APAR gestisce i canili di Busto e Gallarate e il gattile di Gallarate.  A.P.A.R. (Associazione Piccoli Animali Randagi), fondata nel 1992 e iscritta all’Albo Regionale del Volontariato, è un’associazione ONLUS che sostiene attività in favore di animali abbandonati o maltrattati. Dal 1999 al Canile Municipale di Busto Arsizio; dal 2004 anche il Canile Municipale di Gallarate; nel 2005 i volontari dell’associazione hanno dato vita ad un sogno coltivato per anni, ovvero la realizzazione del Rifugio Elia -struttura dedicata all’accoglienza di cani “speciali” ovvero di cani anziani, disabili e cani con varie problematiche comportamentali, recuperati da maltrattamenti o da canili lager.

L’attività sul territorio si estende in diversi Comuni convenzionati del basso varesotto, il coinvolgimento di tanti e tanti  volontari, i contatti con le altre associazioni (recente novità è l’inizio di una collaborazione con Oipa) e gli enti preposti ad agire intorno al fenomeno del randagismo, mette A.p.a.r. in una condizione di centralità nel rapporto che le comunità umane della zona intessono con gli animali domestici.

Osservando le sue strutture di accoglienza da fuori è difficile capire cosa comporti vivere per, nei, a favore e contro i canili: quelle distese di gabbie in cui gli animali si agitano…soffrono, sperano, si affezionano…sono un pezzo della loro vita e la vita delle persone che si impegnano per loro. Si cerca di sostenerli per far loro accettare la sorte che gli è capitata, così come si cerca di modificarla nel tempo indirizzandosi sulla strada di un buon nuovo affido. Ma non sempre la sosta forzata si trasforma in un transito liberatorio, e allora un canile e un gattile devono cercare di diventare anche una casa che sappia essere con dignità e per sempre.

E’ difficile tenere gli equilibri che reggono un luogo che si ritrova ad essere, e con esigue e sempre incerte risorse, un passaggio, una residenza fissa, un pronto soccorso, un ospedale, un centro di recupero e allo stesso tempo una comunità di persone che vi giungono su spinte personali anche molto diverse fra loro.

Dicevamo per il canile, ma anche contro: perchè il fine di un’associazione che ama gli animali e non li usa…è svuotare, è estinguere sè stessa insieme alla necessità di esserci nella modalità in cui oggi deve esserci.

Impresa che ha dell’impossibile, ma che produce slanci di operosità e ingegno tanto forti da far ancora credere di poter ambire, prima o poi, all’intera posta: chi sogna la liberazione animale, si riferisce ad un mondo in cui la convivenza prevalga sulla separazione e il confinamento. Chi sente la liberazione animale, cresce nello sforzo di sperimentarla. Chi crede nella liberazione animale ama e allo stesso tempo arriva ad odiare il canile, nelle sue enormi limitazioni e contraddizioni ed inevitabili insuccessi, e mentre lo apre ogni mattina, vorrebbe vederlo chiuso una volta per tutte.

Vivere coi cani vuol dire decidere di ascoltarli, lasciando ribaltare il piano di aiuto che si offre, in modo che proprio loro ci parlino di quel mondo che insieme agognamo. I loro modi indicano strade alternative che la nostra specie ha abbandonato, dirigendosi verso un abisso sempre più profondo di solitudine. Il loro linguaggio svela i limiti della gerarchizzazione, gli equivoci dell’ideologizzazione, gli stravolgimenti del simbolismo in cui la cultura umanista è immersa.

Gli animali suggeriscono di legare le nostre esistenze ad un piano di immanenza che non esclude il sogno, ma lo impreziosisce della dimensione del possibile. Quando so guardare un cane, mi so accorgere che la libertà non è un’idea, nè un principio, nè una forma di auto-illusione da conseguire nell’isolamento. Quando sto bene con un cane siamo io e lui, al nostro posto e in pace o in lotta con tutti. Ma sempre con tutti.

La serata non è la solita raccolta fondi per i cani e i gatti più sfortunati: parleremo di quello che i collaboratori A.p.a.r. fanno con gli animali e di cos’altro si potrebbe fare. Parleremo del canile ‘provato’ da dentro, di cosa ti succede quando come umano entri in un canile e capisci che non v(p)uoi più uscirci. Parleremo del canile indagando il punto di vista dei cani, non dando per scontato di capirlo.

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